MUSEO PROVINCIALE DELL’AGRO E PINACOTECA
Posto nell’ala più antica del convento di Sant’Antonio, in locali
trecenteschi di grande interesse storico ed architettonico, conserva corredi
protostorici di tombe del IX-VII secolo a.C. da San Marzano sul Sarno,
reperti provenienti dagli scavi di Pareti (Nocera Superiore) negli anni
sessanta, tra cui un vaso in bucchero del VI secolo a.C. con una delle
rarissime iscrizioni in alfabeto nucerino, e materiale di età romana.
Di rilievo una statua di Atena di età imperiale, un miliario della
via stabiana di età adrianea, alcuni frammenti di affreschi da Scafati,
cippi funerari e un notevole gruppo di statuette fittili donate di recente
da un privato. La pinacoteca del convento, inaugurata nel 1995, raccoglie
dipinti del 500/600 già posti nella chiesa prima del rifacimento
ottecentesco. Da notare due tavole con santi di Andrea Sabatini, parti
del trittico, la cui tavola centrale è ancora sull’altare maggiore
e raffigura le Nozze mistiche di S.Caterina, nonché una copia cinquecentesca
della Madonna d’Alba di Raffaello, il cui originale era, fino al 1686,
nell’abbazia olivetana di Santa Maria a Monte. (rp)
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CASTELLO DEL PARCO
Attestato fin dal 984, risale probabilmente a epoca assai più
antica, essendo naturalmente un caposaldo del sistema difensivo dei Longobardi
di Salerno nei confronti dei Bizantini di Napoli. Nel 1138 fu distrutto
da Ruggiero II assieme al villaggio del Borgo sorto al suo interno. Ricostruito,
appartenne ai Filangieri, a cui risale la bella torre superstite, che è
del 1230-1250. Passato al dominio diretto degli Angioini, vi fu tenuta
prigioniera fino alla morte Elena, vedova di re Manfredi di Svevia. I re
angioini vi soggiornarono a lungo, contribuendo a farne un complesso grandioso,
di cui le rovine superstiti danno solo un’idea vaga. Vi nacque San Ludovico
d’Angiò, e lo possedette il fratello Carlo Martello, l’amico di
Dante. Nel 300 Giovanna I lo cedette con la Città al fiorentino
Nicolò Acciaiuoli, che vi ospitò nel 1362 Giovanni Boccaccio.
Nel 1385 Papa Urbano VI, durante la guerra per la successione a Giovanna
I, vi fu assediato per alcuni mesi dalle truppe di Carlo III di Durazzo,
e dovette anche reprimere una congiura ordita contro di lui da alcuni cardinali.
Passò poi per le mani di vari feudatari, fino a ricadere, alla fine
del 400, nei domini della regina vedova Giovanna d’Aragona e poi dall’altra
regina sua omonima. Nel 1521 fu acquistato con la Città da Tiberio
Carrafa, primo duca di Nocera, e fu usato come residenza fino alla costruzione
del fastoso palazzo ducale ai piedi della collina, ove è la caserma
Tofano. Gradualmente abbandonato, andò decadendo finchè nell’800
fu acquistato dai Fienga, che ne spianarono una parte costruendovi su la
villa residenziale oggi esistente. Attualmente, è di proprietà
del Comune ed è previsto a breve termine l’inizio dei lavori di
restauro. (rp) |
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